domenica, marzo 19, 2006

La stanza

Lasciare, vivere e morire.
La stanza è vuota.
Il bambino piange, la trasformazione non è avvenuta.
Scivola sulla piattaforma d'acqua benedetta.
Non c'è battesimo senza inizio.
Prepara il fuoco, oggi ci sarà un'altra bocca da sfamare.
E' la tua, fame di pazzia per un gioco che si chiama follia.
Non devi far niente, è già tutto stampato sulla tua pelle.
Dimmi ciò che provi e ti dirò chi sei.
La stanza è vuota.
Il bambino piange, la trasformazione non è avvenuta.
Riempi la stanza e lascia vivere la morte.
Restituisci il sorriso al bambino, asciuga le sue lacrime.
Lui deve vivere, crescere ed... amare.

8 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao Roby... non a caso posto qui e adesso.
Ho letto le poesie che hai collegato alle mie e mi ha colpito in particolar modo Un tocco, se l'unisci alla mia, sembra unica indissolubile, e ancora una volta mi hai letto dentro, in profondità, nell'unico modo che so: ascoltando.
Sono felice che quella sera hai scritto su quel foglio... ricordando che la Vita va vissuta fino in fondo perché niente è scontato e inutile... tanto meno tu!
Tvb... smack...!

11:19 PM  
Blogger diana ha detto...

Ha risuonato l'ultima parola della tua poesia nella mia testa. La parola amare. Il motivo per cui siamo al mondo, il compito a casa che ci hanno dato in paradiso.

Mailaenderin

7:16 PM  
Blogger iago ha detto...

L'amore è la cosa più semplice da capire ma la più complicata da applicare... non potevano darci compito più difficile... il paradiso è una città fantasma.
Iago

8:59 PM  
Anonymous maria ha detto...

Deve essere questa la tua prima poesia...!

3:00 PM  
Anonymous maria ha detto...

scrivere rientra tra i "prodotti dell'anima" e nel dolore è una reazione spontanea di cura.

3:03 PM  
Blogger iago ha detto...

Di cura sì, per gioirne però è necessario che anima e corpo si muovano all'unisono.
Grazie cara, iago

11:20 PM  
Anonymous MariaO ha detto...

vero...allora il mio non è un male:)
Grazie Iago

5:43 PM  
Anonymous MariaO. ha detto...

non so poi se sia così Iago...anche chi ha corpo e anima che si muovono all'unisono non è detto che gioisca, anzi si chiude ancor di più forse (se non trova la parte da incastonare alla sua)...chi ha la capacità di slegarle forse sopravvive meglio, però è sempre un sopravvivere...io ho provato entrambe le cose. Però intanto si vive di arte e come dici tu per un po' ci si sente immortali e narcisi come neonati... anche le sensazioni contano.:)Maria

7:02 PM  

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