martedì, dicembre 04, 2007

Sulle note di Luca Pietrosanti,
che ringrazio per avermi permesso di conoscere
il suo mondo poetico.
(Iago)


Vivido è l’accesso verso l’invisibile.
Entro quando voglio, esco a più riprese.
Il mio ruolo è l’unica prigione
che rimane da guardare.
Quanto rumore fa la foglia secca
quando cade senza pretender vita.
Ai piedi dell’arco della conoscenza mi pongo,
semplice mughetto di mistiche empatie.
Gli occhi del buio sono simili ai miei.
Potete guardarci dentro
sperando d’esser illuminati?
Germinante è l’amore in eccesso di virtù.
Oh Sophie corri sulla duna d’argento!
Non vedi che la luna fa spazio al tuo riflesso?
La malinconia di uno sguardo fornisce
alla fedeltà l’incombente sacrificio d’onore.
Essere è avere un corpo identico all’altrui diversità.
Destreggiante si rivela l’estro
quando scorpora fervide allusioni.
I sensi fisicizzano un teorema
che assapora il gusto dell’eternalità.
Non esiste spazio inviolabile,
nel bosco dell’ischemica visione.
Vestire l’implosione di una mente disturbata
con i lembi di detonanti infermità.
Sentite tutti come gorgheggiano queste note?
L’uomo in delirio è un nervo tremante,
si agita, gode e muore mille volte.
Un funerale non basta ad allontanarmi da voi;
è una cerimonia che lascio ai vostri ricordi.
Sull’eterno rimorso tornerò musica,
annichilendo tecnica e costumi.
L’ego sarà talmente umile
da permettermi di cantare ancora.

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