lunedì, aprile 03, 2006

GRUDGE


Uno straccio deforme, è ciò che mi
resta di un Principio; come uno
sciamanno, appuntato sull’ambiguo
copricapo del mendicante cristiano,
dall’opalescente destino. Giovane
mai nato o vecchio mai trapassato.
Tutto potevo essere. Agognato
deliquio. Splendido errore di Dio;
quello che a voi sfugge è me che
insegue. Scovare la verità nel trasudante
ossario. La noia non è ancora stanca
di uccidere la beltà. Alza la sua
smagrita mano e svenevolmente
sfregia l’immortalità; con il cultro
della prevaricazione. Albero Edenico
o Noce di Benevento? L’epifania
è un fantasma imbrunito da conati
di rabbia. Il Mestlez è iniziato.
Il gridario dell’odio, soffoca
il dolore del Redentore; quasi lo sento,
eppur m’affascina. L’immagine
diffama se stessa. Reprobo per Fede
amata, fra tanti bifolchi ingobbiti
da sterili preghiere. Solo il mio
spirito vede questo; e tale è il premio
per chi sputtana la sbavante invidia?
L’asciutto astio sarà la mia gloria,
e guiderò il treno dell’accondiscendente
notte, tra le cosce della nientificazione…
…finchè la morte non mi separerà da lui.

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Piccole errore credo...

"con il cult(r)o
della prevaricazione"

Buonanotte... :-)

Saby

10:37 PM  

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