LA MIA TRIBŬ
Lo steccato è enorme,
come la loro colpa.
Hanno circondato la spontaneità.
I mandriani agitano
i lacci del condizionamento.
La mia tribù si rivolge
agli spettri, per invocare protezione.
Ignari che essi adesso si sono ingrassati.
Rifocillati dalla stupidità dei dotti.
Non esiste un assassino più letale
di un governante travestito da sapiente.
Sono l’ultimo della mia tribù.
Ho rotto le recinzioni
e fuggo lontano dalla noia.
Governanti e mandriani rinsaldano
la falsa amicizia, per riprendersi
l’amore rubato dalla mia follia.
Non c’è spazio per le liste autonome…
e allora corro, come un mustang
impazzito sulla reticente prateria.
Chi ostenta la bramata libertà,
muore da prigioniero.
Domeranno il mio respiro;
ma non il mio spirito.
Quando infine… anche la generale
memoria mi volterà le spalle… io rivivrò.
Ma prima chiederò al Grande Cane…
al nostro Grande Cane… il perché
di tanta gratuita crudeltà.
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