lunedì, giugno 02, 2008

Sull’ispirazione:

Nei molti incontri poetici a cui ho partecipato, raramente si è parlato di Lei… alchimia scomoda ed incomprensibile. Si discuteva di tecniche, di forma, di metrica; come se quello del poeta fosse un mestiere. Una volta presi la parola parlando del mio rapporto con il principio creativo ed ho avuto l’impressione di parlare a dei manichini. Mi guardavano come se avessi la peste… loro, così mummificati in dialettica sterili su questo o quel poeta. Dovevate sentirli riportare frasi di scrittori famosi “come disse tal dei tali, al tal proposito vi ricordo la famosa massima di…” e per me era ed è avvilente verificare come la figura del poeta si stia appiattendo, sputtanando la stessa essenza del “verso”.
L’ispirazione è un richiamo, anzi, il richiamo. L’artista degno di questo nome non ha possibilità di scelta, se non quella di prestare attenzione ed agire di conseguenza. Molti si considerano al di sopra di lei e cioè contenitori di creatività, pochi sono consapevoli d’esserne schiavi. Di solito questi ultimi hanno vita difficile e sovente vengono emarginati dagli stessi addetti ai lavori.
Nel mio caso non ho problemi di sorta. L’unica cosa che posso decidere è di non prendere la penna in mano, perché credetemi sulla parola, io posso scrivere di qualunque cosa, in qualsiasi istante di tempo, in ogni dove. La sfida del terzo millennio, per un poeta… sarà proprio questa. Non considerarsi svincolato dal sè sociale, dalla figura quotidiana. Viversi nel pieno della totalità dei sensi, l’essere poeta. Assorbire continuamente, immagini, sorrisi, rumori… frasi lasciate a metà. Questa è l’ispirazione. L’aria della vita… che mi circonda, atomo per atomo.