sabato, dicembre 30, 2006

LA SCOPERTA

Spolverando presunte intese
e legami carnali… scopro una verità
che chiede di essere dimenticata:
L’Amicizia è più importante dell’Amore
Una legge radicata nei cuori di ognuno.
Deliziosa fortuna rinnegata
da chi ha la conoscenza
servita su un vassoio dorato.
Innegabile follia,
sulle ossa di un servitore
che ha messo a nudo la sua magia.
Sono indispensabili due occhi
nuovi per vedere dentro.
Il resto non esiste.
Recensioni proibite,
Pietanze allucinogene.
Io non volevo questo…
nessuno mi ha avvisato.
Vomito il mio dissenso
sui vostri piatti autografati.
Non capite perché io voglio unirmi a voi?
Vi amo dall’attimo in cui
ho conosciuto le vostre sofferenze.
Uno spago di nuvole unisce
le mie scapole all’infinito celeste
che accetta le mie rivendicazioni.
Anelo al suo silenzio. Antico miracolo
per evitare di soffrire meglio.
Biologia vegetale… perché questo
regno è così irriconoscente?
Un cane che dorme su uno straccio
mi emoziona più di mille
vostre dissertazioni… ed io
sono solo una cellula inerte
in cerca di corpi da animare.
La mia pelle servirà
a tessere le vostre tende.
Le mie ossa potete usarle
per allestire i vostri teatri.
Il mio sangue prendetelo
pure per colorare i vostri vestiti…
… ma il mio sogno non sporcatelo
con le vostre rinunce. Sono umano…
eppur bramo di essere eterno.

domenica, dicembre 17, 2006

Questa è la mia prima intervista ufficiale, che ho rilasciato a Sabina S. per conto di una rivista letteraria multidiale. La ringrazierò in eterno, per la qualità delle domande e per la sensibilità insita nel suo modo d'essere. Al confronto io sono un elefante che vuole afferrare una farfalla.

PennePazze: Cosa ti ha spinto a lasciare il lavoro per dedicarti
quasi esclusivamente alla scrittura?
Autore: La consapevolezza di aver finalmente trovato una
strada su cui poter dare una successione decente ai miei passi.
Fino ad ora non sono mai stato capace di ultimare quello che
avevo iniziato. Perdendomi una volta in un progetto, poi in un
altro. Il non ascoltarsi credo che sia il male di molti. Le cose non
vanno, perché la gente confonde l'amor proprio con l'egoismo.
Io scrivo non per hobby, né per diletto; semplicemente perché
non posso farne a meno. È come dover respirare per poter
continuare a vivere. Questa scelta, apparentemente folle, ha
permesso a me di ritrovarmi. Esiste cosa più importante?
PP: Quando scrivi pensi al lettore o scrivi solo per te stesso?
A.: Per uno scrittore, ed in misura maggiore per un poeta, il
massimo della gratificazione è dato dal grado di contaminazione
emotiva. Sapere che un mio verso riesce a stimolare l'immaginazione
di chi mi legge, è una gran ventata di energia. Non
riuscirei a scrivere neanche una vocale per me stesso. Le mie
scritture le considero come un vuoto a perdere, e così mi rinnovo
ogni volta.
PP: In "Solo" dai alla parola diversi significati e importanza, ma
quando ti senti veramente solo?
A.: La solitudine è il prologo di ogni mio scritto. Nel momento
in cui l'inchiostro fluisce sul foglio, io non esisto, non ho memoria,
non appartengo a nessuno. Rimango fedele solo alla mia
immaginazione. Lo ritengo uno stato di grazia, senza il quale
non potrei comporre.
PP: Perché è importante per te pubblicare ciò che scrivi?
A.: Ritengo che i miei lavori abbiano un certo valore letterario.
L'unico modo per provarlo è essere pubblicato. Inoltre, scrittori
e poeti dell'ultima generazione (tranne qualche raro caso),
seguono gli atteggiamenti rinunciatari di questa ottusa società.
Non dobbiamo dimenticare che i giovani vanno incoraggiati e
stimolati, oggi invece sta prendendo forma una linea letteraria
che tende ad appiattire la creatività, favorendo la diffusione di
un deleterio cinismo di massa, con il beneplacito di certe case
editrici. Spero con le pubblicazioni, di poter portare avanti la
mia piccola battaglia.
PP: Un consiglio a chi vorrebbe avvicinarsi alla poesia, o scrittura
in genere?
A.: Nel mio caso è avvenuto il contrario. È stata lei a chiamarmi.
Come accade per un prete che viene cercato da Dio. Scrivo
da circa tre anni, ascoltando una voce a cui non ho potuto dire
no. Però qualcosa mi sento di consigliare: umiltà nell'apprendere
e coraggio nello scrivere. Leggere, capire, assimilare.
Dialogare con le grandi menti del passato e del presente come
se fossero tuoi amici, perché non è importante conoscere fisicamente
un poeta o uno scrittore, dal momento che puoi parlarci
tramite le sue considerazioni. Cercare di capirne la visione,
usando la propria sensibilità. Non avere pregiudizi verso
altri modi di intendere la vita. Attingere dal di fuori, tenendo in
alta considerazione le sfumature di altri vissuti. Il vero poeta è
colui che guarda verso il sole, ponendo l'orecchio al viandante.
Iago
iago_sr@libero.it

Riporto fedelmente ciò che ho scritto sul sito di una grande scrittrice e mia amica, in merito al wikismo.
Mi piace riportare tutto come l'ho scritto all'origine per tener a quel particolare momento di intimità tra me, quel sito ed il wikismo.

Accettando il gentile invito di Monia Di Biagio( mente di Scritturalia) mi appresto a parlarvi del wikismo.
Mi sembra inutile riportare le sue generalità, visto che sono espresse molto chiaramente dall’ideatore Andrea Galli (www.nuoviautori.wikispaces.com) e dato che basta un briciolo di curiosità e un dito funzionante per documentarsi su come interagire con quello che io chiamo “il mutante”;
più opportuno invece mi preme presentare il perché io ho trovato stimolante questo capriccio della mente. Per lungo tempo ho navigato nel mare del web, sperando di poter incontrare qualcosa o qualcuno che mi desse l’opportunità di poter interagire in modo immediato con il verso, dando coerenza al mio modo di scrivere. Trovando così dei poeti particolari in NuoviAutori, molti di voi sanno di chi sto parlando, (qualcuno di loro è presente anche qui a Scritturalia) che postano poesie in modo diretto. Lo scritto di uno viene poi seguito da quello di un altro. Il carattere del legame tra i componimenti può assumere varie sfumature. È possibile unirle tramite una parola, un concetto, un’immagine o in modo più complesso seguendo una reazione evocativa che apparentemente sfugge anche a chi le compone. In questo caso mi riferisco al puro e semplice atto creativo indotto dalla lettura.
Questo è ciò che va sotto il nome di poesia istantanea. Allora voi mi direte- ma la poesia è già un modo istantaneo di scrivere dal di dentro quello che non si vede dal di fuori- in parte è così, solo che in questo caso il fattore tempo determina l’efficacia della spontaneità. Non è più poesia istantanea un componimento scritto, rivisitato, modificato e preparato lungo un arco di tempo superiore ai dieci minuti (scherzo… già mi sembrano troppi!). Ho avuto il piacere di inserirmi in questa pioggia di versi con alcuni di questi poeti, ed è stato molto energetico. Alla base del progetto wiki permane l’attuazione della poesia istantanea (anche perché il termine wiki significa in Hawaiano appunto… svelto, veloce). Immaginate adesso di estendere questo gioco di improvvisate visioni a molti poeti…dieci, venti, trenta o più. Singoli fotogrammi che vengono assorbiti da altre singolari predisposizioni alla creatività. Istantanee diversificate da origini motivazionali identiche. L’idea è quella di creare una poesia interscambiabile, uccidendo la fissità di un componimento poetico. Il poeta è in balia di un complesso sistema di situazioni, citazioni, avvenimenti e modificazioni e subisce o crea una nuova
forma di comunicabilità all’interno del verso stesso. È così che il mutante cresce, prolifera, si perfeziona parlando con voci differenti…aspettando paziente che un altro “tassello”, o poesia, si inserisca in questo caos ordinato.
È straordinario poi verificare come i vari elementi vengono giustapposti, a creare una nebulosa di stimoli nella quale ogni tassello contribuisce a tenere in gravità l’intera struttura. A questo punto mi direte -bè… il legame è solo rilegato a due poesie che entrano in logica connessione, creando così delle piccole antologie… come corpi a se stanti all’interno di un’antologia più grande-. Inesatto. L’intervento umano è necessario per dare un’impronta e per offrire una certa direzione o, se meglio preferite, le necessarie connessioni neurali di una mente in espansione. Non dobbiamo dimenticarci che il poeta può essere paragonato ad un sistema complesso, apolare e privo di orientamento. Permettendomi di usare terminologie sublimanti oso affermare che il wikismo conserva, nel suo substrato, lo stato di perturbazione subito da impulsi dialettici, una sorta di isteresi poetica. Il legame va oltre la coppia di componimenti, e l’insieme collabora inconsciamente a sostenere ogni stimolo. La compartecipativa neutralità dei versi dona a questo affascinante aggregato un equilibrio perenne… sospeso in un gel di parole, musicalità, sub-realtà. Una sorta di meta-poesia filosofica. Già mentre sto scrivendo queste considerazioni, altre riflessioni albeggiano nella mia mente… ma avrò tempo di parlarvene se ne avrete la voglia… non fate passare troppo tempo però, perché presto il mutante ci sfuggirà di mano; d’altronde è una verità che la perdita di controllo sia la più alta aspirazione dell’arte… non vi pare?
Vi riporto qui una parte dell’intervista che l’ideatore ha rilasciato ad una rivista di letteratura:
La storia ci ha insegnato che la grandezza di un popolo e di una cultura non è mai stata mostrata dalle guerre vinte o perse ma è sempre stata rappresentata e misurata dalle opere d’arte che una civiltà ha saputo tramandare nel tempo. Nell’ambito della poesia si pensi per esempio a Omero, Dante, Shakespeare, Molière, Goehte, … fino ai più moderni come Master, Neruda, Bukowski, Walcott. Ognuno di loro non solo ha apportato una luce nell’anima dell’umanità, ma è addirittura diventato il simbolo indimenticabile dei popoli che ha raffigurato e rappresentato nelle opere. La wiki-poesia non ha certo ambizioni così eccelse, ma tenta con il suo modesto contributo di sostenere quest’arte importantissima nel contesto della nuova società della comunicazione, dove ogni persona non è soltanto lettore ma anche partecipe attivo nella scrittura, oggi completamente democratizzata tramite il web. A dispetto di tutto ciò che gli editori e alcuni critici letterari affermano la poesia non è morta, ma è vivissima, si muove sotterranea, nascosta nel desiderio infinito di moltissime persone di potersi esprimere, si muove nascosta nelle reti del web, nei blog, nei fori, in un mare pulsante di sofferenze umane e sentimenti. Milioni e milioni di poesie sono composte ogni anno. Una produzione letteraria gigantesca che sfugge ad ogni logica editoriale, dove la vera sfida non è lo stampare e vendere libri, ma riuscire a creare dei meccanismi che sappiano filtrare le perle in questo oceano: una specie di palombaro della letteratura contemporanea. Questo è proprio quello che si propone la wiki-poesia, utilizzare il meccanismo di scrittura spontanea e cooperativa ben collaudata dalla wikipedia per attirare, guidare e forgiare talenti letterari che senza questi meccanismi non sarebbero mai stati scoperti, offrendo loro una piattaforma, non solo di scrittura per raccogliere poesie, ma anche una piattaforma per comporre in coro delle opere complesse.
Ringrazio Monia per la disponibilità e spero che l’aver pubblicizzato un altro sito non crei problemi alla linea del suo… però tengo a precisare che non sto vendendo un prodotto commerciale, sto solo cercando di far conoscere una corrente letteraria alternativa che ha rafforzato e arricchito il mio modo d’essere poeta.
Questo scritto, mi ripeto, ha unicamente lo scopo di parlarvi del perché reputo interessante il progetto wiki. Una trattazione più tecnico-informativa è abilmente esposta nel sito del wikismo, a quel punto avrei dovuto semplicemente fare il classico copia ed incolla…non sarebbe stato costruttivo e non vi avrei reso partecipi delle mie impressioni.

giovedì, dicembre 07, 2006

EMPATIA
(Iago)

Impronte di labbra,
digitati da sguardi
in progressiva conoscenza.

L’orlato bicchiere
rende la vanità succube
di un’incombente necessità.

Passi distratti incamminati
da braccia appaiate.
Presagire un tatto malfermo.

Il fiato azzarda l’attesa.
Sinfonia di pretese
su un’assenza pensante.

martedì, dicembre 05, 2006

UN AGGANCIO
(Iago)


Appeso alle sporgenze
di un disperdente dirupo,
m’aggrappo tenacemente
al perno della rivalsa
ed isso oltre il bordo
dell’ostinazione il residuo
della consumata gioia,
che dal basso mi sostiene.

sabato, dicembre 02, 2006

UN FRIGORIFERO
(Iago)


È stancante dialogare
impropriamente
con la stessa fame.
L’avambraccio apre
una fredda facciata.
La vista si fa minuta,
offesa da tanto biancore.
Luce abbagliante.
Ferro lucente.
Impavida è la consapevolezza
quando sorride all’inganno.
Un mondo chiuso e livellato
da mancanze sottovuoto.
Mi ergo e sorpreso
accetto una digiunante ipnosi.
Quell’ambiente svuotato e libero
sveglia il di me poeta,
che rimane immobile
sgualcito dalla licenza del pensiero,
ma l'umana parte che m'annoia
reclama una comune pietanza…
premio per chi abbraccia
l’obiettiva coscienza.