giovedì, marzo 30, 2006

LA BARCOLANA

Dedicata a Cristiano Sabbatini

Una superficie piatta ospita
le aspirazioni di contendenti
con il giudizio sulle spalle.
Il vento lascia intendere
che qualcuno morirà,
vittima di uno sprazzo
di gloria affogato dalla fatica.

Le estremità aspettano
l’attimo giusto per partire,
sullo sparo del patibolo.
Donne in frenetica giacenza,
esultano sui riflessi
di note spartane.

L’immaginazione…
è solo un opuscolo,
sul tavolo della realtà.
Tendini in tensione,
aprono scapole chiuse
da amorfi ammiccamenti.

Rituali sul lungomare
della promiscuità…
mentre la barcolana incita
immortali canottieri,
in cerca di un decente trapasso.

sabato, marzo 25, 2006

TRASFUSIONE DI SPERMA

Non so perché sono qui, né cosa mi ci ha portato.
Vivere nella coerenza o uccidere la decenza?
Frastuoni e schiamazzi, acuiscono il mio dolore
e stordiscono i miei sensi.
Gente che si agita freneticamente,
e donne che si mostrano,
attendendo lo sciacallo di turno.
Forse è me che cercano.
La vera libertà non ha profumi.
Non si sottopone al verdetto dei sensi.
Vive nella semplicità,
come fa la rugiada di mattina presto.
Lacrime di clorofilla,
sotto le ali della civetta.
Ci vorrebbe una trasfusione
di sperma, per cambiare tutto ciò.
Ho voglia di normalità…
…immerso in un mondo di anomale
creature, schiave dell’ostentazione.
Tutto fanno nel nome del consenso unanime.
Adulazione. Appartenenza. Conversione. Potere.
Rispettabili cravattai di giorno,
impotenti spacciatori al tramonto.
Adesso, capisco perché la notte deve
essere scura, non esiste colore
migliore per nascondere la sporcizia.
La vedo e sto cercando di tirarla
via dalla mia camicia. Nessuno
mi aiuta a far rinascere la semplicità.
Malati di se stessi seguono mode
e ritmi suggeriti da improvvisati
capibranco, che omogeneizzano
tutto in nome del carpe diem.

Ed intanto i normali scompaiono.
Si estinguono. Forse il prossimo sarò io.
Il DNA ha il cancro. Ci vorrebbe…
…una trasfusione di sperma,
per far sapere ai più che il sole c'è.
Si vede, non fa male e si può anche toccare.

martedì, marzo 21, 2006

Martedì 21 marzo 2006

UCCIDI DIO

E' nato, è cresciuto, ha gioito.
Vivendo di nulla si è pentito.
Lo ha servito, difeso ed amato.
Ha lottato nel suo nome,
contro tutto e tutti,
senza mai raccogliere i frutti.
Oggi il suo nome è infangato,
e da tutti ormai dimenticato.
Uccidi Dio ma salva suo figlio.
Quei pochi che hanno capito,
hanno visto il loro cuore rapito.
Niente amore ne' comprensione,
per chi alla verità fa seguire l'azione.
La morte è stato il suo premio,
ed il cielo la sua tomba.
Di ciò che egli avrebbe voluto essere,
non v’è traccia tanto che ormai,
nessuno ricorda più la sua faccia.
I suoi sogni sono svaniti,
a seguito dell'indifferenza dei cuori,
ed un altro figlio è stato messo fuori.
Uccidi Dio…se vuoi,
ma ti prego…risparmia suo figlio;
affinchè un giorno possa tornare,
e sulla terra per sempre camminare.

domenica, marzo 19, 2006

La stanza

Lasciare, vivere e morire.
La stanza è vuota.
Il bambino piange, la trasformazione non è avvenuta.
Scivola sulla piattaforma d'acqua benedetta.
Non c'è battesimo senza inizio.
Prepara il fuoco, oggi ci sarà un'altra bocca da sfamare.
E' la tua, fame di pazzia per un gioco che si chiama follia.
Non devi far niente, è già tutto stampato sulla tua pelle.
Dimmi ciò che provi e ti dirò chi sei.
La stanza è vuota.
Il bambino piange, la trasformazione non è avvenuta.
Riempi la stanza e lascia vivere la morte.
Restituisci il sorriso al bambino, asciuga le sue lacrime.
Lui deve vivere, crescere ed... amare.