venerdì, luglio 14, 2006

Quando l'amore uccide ogni tua scelta:

STELLA STUPIDA


Quando un amore inizia, una stella nasce.

In una notte chiara le nostre stelle si incontrarono.

Parlarono di noi, dei nostri abbracci,
del nostro volersi, del nostro capirsi.

I miei ricordi vanno a quegli incontri,
rubati alla realtà.

Le lacrime ripercorrono il sentiero della malinconia che al tuo cuore riconduce.

Vibrazioni, brillamenti in una notte senza aurora.

Attimi sottratti ad un fato dormiente.

Lui ignora che non sei una stella stupida,
ma la più bella.

Illuminata dalla purezza del tuo spirito.

Quando un amore finisce, una stella muore.

Ma la luna con la sua punta dorata è pronta a riscrivere la nostra favola d'amore sulle nere
pagine della notte.

E nel momento in cui la rivivo io le vedo
le nostre stelle... fondersi in un'unica grande luce.

Per passeggiare per sempre fra le infinite
strade dell'universo.

sabato, luglio 08, 2006

Spesso mi vedo con un poeta,
il suo nome è Manolo Pascucci…
cerchiamo di colorare le nostre
improvvisate notti con la magia dei versi,
aprendo finestre chiuse dall’arrendevolezza
di viandanti increduli.


VOLTO ILLUSO
(Iago- Manolo)

Ostinati deserti.
Preziose oasi
dimenticate presto.
Volere giorni nascituri
per dimenticare
i desideri di altre noie.

Difficilmente i resti
di questo mondo
saranno figli dell’onore.
Guerre passate.
Poeti che muoiono
sulla croce dell’aiuto.

Artisti di un’età coperta
da un soprabito letale.
Il domani rifà
il verso alla storia.
Confronti astratti.
Nuche in opposizione.

Calvari supini che
volteranno pagina.
Incastonata tra la notte
e la luna… l’illusione
sembra un volto petulante
che a tratti ricorderà
di essere mio fratello.

LA MIA TRIBŬ


Lo steccato è enorme,
come la loro colpa.
Hanno circondato la spontaneità.
I mandriani agitano
i lacci del condizionamento.

La mia tribù si rivolge
agli spettri, per invocare protezione.
Ignari che essi adesso si sono ingrassati.
Rifocillati dalla stupidità dei dotti.

Non esiste un assassino più letale
di un governante travestito da sapiente.
Sono l’ultimo della mia tribù.
Ho rotto le recinzioni
e fuggo lontano dalla noia.

Governanti e mandriani rinsaldano
la falsa amicizia, per riprendersi
l’amore rubato dalla mia follia.

Non c’è spazio per le liste autonome…
e allora corro, come un mustang
impazzito sulla reticente prateria.

Chi ostenta la bramata libertà,
muore da prigioniero.
Domeranno il mio respiro;
ma non il mio spirito.

Quando infine… anche la generale
memoria mi volterà le spalle… io rivivrò.
Ma prima chiederò al Grande Cane…
al nostro Grande Cane… il perché
di tanta gratuita crudeltà.