domenica, gennaio 14, 2007

UN VELLUTO DI CARTA
(Iago-Manolo)


Le dita scivolano su ombre
di plastica votate all’amicizia.
Gli occhi sfiorano idee corali
di pecore programmate
che continuano a brucare
sull’evento popolare,
annusando le ultime scorie
di un processo fotografato.
Ostinati, con il cervello ben
intempiato da ossa di sughero.
Rinnegando la semplicità
di una verità pubblica.
Distinti gemelli. Siamesi diversi.
La messa consuma
il pasto dell’ultima cena.
Il santo francobollo chiuderà
la solita lettera apostolica.
Riassumendo così le sanguigne
aspirazioni di un bambino
che somiglierà sempre più
ad un velluto di carta.

lunedì, gennaio 08, 2007

Da "Le solitudini di Aradollo"

UN IMPICCATO
(Iago)

Quante mani possono
trovare spazio attorno
al collo dell’omicidio.
Quante menti gridano
urla sorridenti
per elevare a cosmico
contagio il benefico
effetto della strage
degli innocenti.
Articoli in ghisa
ammorbidiscono efebici
dirimpettai pronti
a servire fegati d’avorio.
Come nasce una vita?
Dalle viscere di una botola.
Non guardare un turbamento,
per non conoscere il volto
di una definitiva informazione.
Il cappio equatoriale
divide gli emisferi.
Fratelli orfani di madri lesbiche.
Lo svizzero apre gli occhi
del recesso con il video
sconsacrato ed ammaina
la bandiera della silenzio…
ultimo refrigerio
di personali rivincite.