UN VELLUTO DI CARTA
(Iago-Manolo)
Le dita scivolano su ombre
di plastica votate all’amicizia.
Gli occhi sfiorano idee corali
di pecore programmate
che continuano a brucare
sull’evento popolare,
annusando le ultime scorie
di un processo fotografato.
Ostinati, con il cervello ben
intempiato da ossa di sughero.
Rinnegando la semplicità
di una verità pubblica.
Distinti gemelli. Siamesi diversi.
La messa consuma
il pasto dell’ultima cena.
Il santo francobollo chiuderà
la solita lettera apostolica.
Riassumendo così le sanguigne
aspirazioni di un bambino
che somiglierà sempre più
ad un velluto di carta.